[23 luglio 2018 – 45° giorno] Percorsi oggi: 53.6 Km, in totale 1391.5 Km
Gli ultimi chilometri sono i più duri, ciondolo e trascino i piedi. Sono le 20.00 circa, fa quasi buio. Poi, alla fine, si arriva e, davanti a una bibita fresca, dopo la doccia, sembra tutto più bello e ci si sente felici per avercela fatta
23 luglio 2018
Alle 7.00 mi sveglio e mi preparo velocemente. Qui a San Martin Pinario Hospederia Seminario Mayor, che secondo me è il luogo migliore dove alloggiare a Santiago, ho la colazione inclusa a buffet, dalle 7.30 alla 10.00. Ho in mente di camminare tanto quindi c’è bisogno di mangiare tanto. Caffè prima di tutto. Poi 3-4 bicchieri di succo, 4 fette di pane e pomodoro, 2 panini con salame e formaggio. Si va che sono le 8.15. L’uscita da Santiago è rapida e in breve guadagno la cima di un colle ad ovest della città. Poi su e giù per boschi fino al Alto do Mar. La strada l’ho percorsa almeno 4 altre volte e me la ricordo quasi tutta.
Mi ricordo le discese, le curve e i bar sulla via. Mi ricordo soprattutto delle persone come Anita, la proprietaria di una taverna ad Aguapesada, che prepara una delle migliori empanadas di tonno della Galizia. Le chiedo come va quest’anno e mi risponde la stessa cosa dell’anno scorso. I pellegrini sono molto diminuiti e c’è poco lavoro. Attraverso il fiume Tambre all’altezza di Ponte Maceira, un villaggio medievale che, ogni volta, mi piace tantissimo. Poi Negreira. Mi ricordo che l’anno scorso mi fermai qui e che questo tratto fu molto faticoso perché la sera prima avevo festeggiato. Mi ricordo l’arrivo di Lotte e Simone al baracchino delle informazioni turistiche. Anche loro in pessime condizioni ma che bel concerto la sera prima. Quest’anno, invece, decido di proseguire, faccio spesa in un supermercato e mi siedo a mangiare in un parco. Valeria mi ha fatto scoprire l’alimentazione di Michael Phelps: 10000 kcal al giorno, 500 g di pasta a pranzo e a cena. Ne ha bisogno per sostenere l’allenamento. Ispirato da Phelps, mangio mezzo kilo di tortilla di patate, mezza baguette con cioccolato, 2 banane, 1 litro di succo.
Poi riparto a stento, pieno come un uovo. Avessi saputo che mi sarebbero toccati subito 13 km di salita, sarei stato più leggero. Arrivo a fatica ad Alto da Pena. Si chiama così perché raggiungere la cima di questo monte è piacevolissimo. Poi, più o meno, è discesa. Gli ultimi chilometri sono i più duri, sono le 20.00 circa. Penso ad Henry, 160 km in 3 giorni per poter vedere Santiago arrivando sempre dopo la 22.00, a Battista Marchesi e a Lorenzo Santin. Anche loro avranno provato questa fatica che ti fa trascinare i piedi e ciondolare. Ma poi si arriva e, davanti a una bibita fresca, dopo la doccia, sembra tutto più bello e ci si sente felici per avercela fatta. Passo la serata con Andrea e Laura, persone molto interessanti, che ho incontrato qui a Ponte Olveira.
Lascia un feedback