[10 luglio 2018 – 12° giorno] Percorsi oggi: 25.3 Km, in totale: 265 Km
Ci sono quattro lampioni, su ognuno dei quali è appollaiato un gabbiano. Il silenzio è assoluto, l’aria è umida di mare e profuma di salsedine. Qui mi piace molto, l’atmosfera è quasi metafisica. Sono in un quadro di De Chirico
10 luglio 2018
Ci svegliamo con calma, facciamo una colazione rimediaticcia e partiamo. Sono le 10 e mezza circa, siamo gli ultimi pellegrini (insieme al ragazzo polacco) a lasciare l’ostello. La signora delle pulizie è già pronta a pulire la nostra stanza. Continuiamo il percorso sul litorale nella solita atmosfera rarefatta che ci ha avvolti ieri. In lontananza dei palazzoni con la cima nascosta dalla nebbia, alla nostra sinistra la spiaggia, vegetazione e una miriade di bar-baracchini, uno dietro l’altro e come fatti in serie. Hanno tutti gli ombrelloni rossi dell’Algida (che qui si chiama Olá) ed espongono i cartelli pubblicitari di questa marca di gelati. Sembra che in Portogallo ci sia il monopolio completo della Olà. Proseguiamo in parte sull’asfalto di piccole cittadine e in parte sulla passerella, in mezzo a una gran quantità di villeggianti e bagnanti. Adesso che non siamo più soli mi sento meno pellegrina e più turista e il cammino ha perso un po’ i connotati dell’avventura. Peccato. Anche se in fondo, cosa ne so di cosa mi aspetterà nei prossimi giorni?
Comincio ad annoiarmi, il paesaggio è bello ma uniforme e sulla passerella si va sempre dritti, in un percorso eccessivamente facilitato. Arriviamo in uno spiazzo di cemento enorme completamente deserto, fiancheggiato sulla destra da qualche casa che pare disabitata. Ci sono quattro lampioni, su ognuno dei quali è appollaiato un gabbiano. Il silenzio è assoluto, l’aria è umida di mare e profuma di salsedine. Qui mi piace molto, l’atmosfera è quasi metafisica. Sono in un quadro di De Chirico. Ci fermiamo a mangiare un panino, poi riprendiamo il cammino e Daniele mi guida verso la campagna. Sono contenta perché il tragitto torna ad essere vario e lasciato più al caso. Dritti, a destra, salita, discesa, campi coltivati, un boschetto, qualche casetta con le immancabili persiane abbassate, pochissime presenze umane…Nei campi si vedono spesso dei contadini intenti a raccogliere o a seminare, uno di questi sta passando l’aratro. Dal quadro di De Chirico sono finita in una tela impressionista. L’aria ha un profumo nuovo, più complesso; è intrisa di mare e di terra, di erbe aromatiche, legno e salsedine. Mi riempio i polmoni, faccio scorta per quando tornerò nell’inquinata Milano.
Penso ai pellegrini che viaggiano da soli. Ce ne sono parecchi, forse sono la maggior parte, e fra questi non mancano le donne. Alcune sono molto giovani, hanno solo vent’anni o poco più. Io sono felice di essere con Daniele. Percorrere km e km da sola mi susciterebbe sensazioni negative, la presenza dell’altro mi rassicura e arricchisce la mia esperienza. Approfitto di questo post per ringraziare Dani che è il miglior compagno di viaggio che potessi mai sperare. Tranne quando cammina con passo marziale e mi lascia indietro.
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