[30 giugno 2018 – 2° giorno] Percorsi oggi: 0 Km, in totale: 31 Km
+ 30 Km in bus
La mia mente lavorava a pieno ritmo come fa sempre quando visito un luogo storico, perché sono incapace di osservare e basta ciò che vedo: devo sempre animare gli ambienti con la fantasia
30 giugno 2018
Stamani Daniele si è svegliato presto come al solito, mentre io sono rimasta nel letto fino alle 9. I suoi racconti pieno di entusiasmo sul Convento do Cristo e le foto che mi ha mostrato mi avevano messo una grandissima curiosità, così ho deciso di visitare pure io questa meraviglia architettonica e poi di raggiungerlo a Fátima con il bus. I “puristi” del Cammino di Santiago potrebbero biasimarmi per questo, ma a me non interessa. Avrò molti giorni (e moltissimi km) da macinare a piedi, dunque credo che valga di più la visita a un luogo considerato patrimonio mondiale dell’UNESCO, che un giorno in più di cammino. Mi sono quindi recata al Convento e, all’incirca in un’oretta, l’ho visitato in lungo e largo. Mi è piaciuto talmente tanto che sono passata più e più volte negli stessi punti, e ogni volta coglievo un particolare diverso dell’edificio che mi divertivo a fotografare.
La mia mente lavorava a pieno ritmo come fa sempre quando visito un luogo storico, perché sono incapace di osservare e basta ciò che vedo: devo sempre animare gli ambienti con la fantasia, facendoli rivivere con i personaggi dell’epoca e creando delle scene come fossi un regista. Nel Convento del mio film si stava svolgendo nel chiostro maggiore, di fronte alla fontana, un combattimento fra un templare armato di spada e un drago. In questo scenario da storia fantasy il drago ci stava troppo bene. Io osservavo lo scontro dall’alto e parteggiavo…per il drago! Un po’ come sono sempre dalla parte del toro quando si tratta di Corrida.
Nel pomeriggio ho preso il bus e, in un’ora di viaggio, sono giunta a Fátima dove mi aspettava Daniele. Durante il breve tragitto a piedi dalla fermata del bus all’alloggio ho scoperto una cittadina che è esattamente come sospettavo che fosse: pacchiana e kitsch, con brutti albergoni dai nomi sacri tipo “Aleluja” o “Maria santissima”. Insomma, un posto che non ha più nulla di spirituale ma che è diventato una gallina dalle uova d’oro per i commercianti. Stasera io e Daniele faremo un giretto per il paese e, guardando le vetrine dei negozi di souvenir con Madonne di plastica dai colori fluo, acquasantiere e riproduzioni in porcellana dei tre famosi pastorelli, scopriremo fino a dove può arrivare il cattivo gusto di chi fa della religione un business.
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