[15 luglio 2018 – 17° giorno] Percorsi oggi: 35 Km, in totale: 411.5 Km
Sembra che la salita non abbia mai fine. Ogni cosa però ha un termine e infatti inizia la discesa. Lasciamo la strada asfaltata e ci tuffiamo nel bosco per un piccolo sentiero non segnalato
15 luglio 2018
Dopo qualche ora di cammino spedito, siamo arrivati a Vigo, una città molto importante per la Spagna dal punto di vista economico, ma che esteticamente non mi è piaciuta per nulla. Se devo trovare una parola per descriverla, sceglierei “grigio”. Qui tutto è di questo colore: le strade, le case, le chiese…Oggi persino il cielo era grigio. Ci aggiriamo fra le strade di questa città triste e provo nostalgia per i colori vivaci di Lisbona, per il verde della vegetazione e l’azzurro del mare che ci hanno accompagnati per tanti chilometri.

Abbandoniamo Vigo e camminiamo su una strada asfaltata che si inerpica per una collina e che – finalmente! – è immersa nel bosco. Il piacere della natura però costa caro, visto che continuiamo ad andare su facendo non poca fatica. Sembra che la salita non abbia mai fine. Ogni cosa però ha un termine e infatti inizia la discesa, che Daniele con furbizia riesce ad accorciare proponendo una via alternativa. Lasciamo la strada asfaltata e ci tuffiamo nel bosco: qui il percorso è accidentato e io mi sento molto precaria a camminare sul terriccio scivoloso. Oggi è tutto piuttosto difficile. Penso ai legionari romani che, quando dovevano andare a combattere, percorrevano chilometri e chilometri a piedi trasportando anche venti chili fra armature, armi e vettovaglie varie. E con la prospettiva che ad attenderli ci sarebbero state la morte o, nella migliore delle ipotesi, ferite anche molto gravi. Penso anche all’espressione che ho letto in tanti libri che si svolgevano nei tempi antichi: “ci vogliono tre giorni (o qualsiasi altro numero) di cammino”, e che adesso so veramente che cosa significhi. Sorrido. Questa esperienza, in un certo senso, mi sta mettendo in contatto con il passato e con la storia.



Arriviamo all’albergue che ha un aspetto…diciamo…singolare. È in un edificio dove ci sono una discoteca e una palestra ed è messo in ombra in particolare dalla discoteca. L’insegna con la conchiglia appare minuscola rispetto a quella del locale, con l’immagine pop di un uomo e una donna in atteggiamento inequivocabile. Trovo questa cosa decisamente comica. A concludere la giornata in modo divertente c’è stato l’incontro con un pellegrino che alloggiava nel nostro stesso albergue, un noto politico italiano che, toltosi giacca e cravatta, se ne stava in t-shirt e sandali a guardare beato la partita nella saletta.



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