[8 luglio 2018 – 10° giorno] Percorsi oggi: 0 Km, in totale: 216.9 Km
Sono rimasta incantata da queste abitazioni che un tempo erano dei pescatori e che non hanno perso la loro autenticità di case semplici. A Porto puoi vedere i panni stesi fuori ad asciugare e immaginarti un arredamento semplice
8 luglio 2018
Oggi giornata di relax. Ci siamo svegliati in tutta calma, abbiamo fatto colazione in un bar nella via dell’albergo e poi, leggeri come piume perché liberi dal peso dello zaino, ci siamo avviati alla scoperta della città. Per prima cosa siamo andati a cercare la Cattedrale per farci mettere il timbro alla credenziale ma, come spesso accade quando si va alla ricerca di qualcosa, abbiamo fatto delle scoperte interessanti che ci hanno portato a deviare dal percorso. In particolare ci siamo trovati di fronte alla chiesa della Madonna del Carmine, decorata esternamente con dei meravigliosi azulejos bianchi e celesti. Trovo che gli azulejos siano stupendi e, in particolare nelle chiese, mi suscitano stupore perché sono elementi dissonanti rispetto agli elementi che mi aspetterei di trovare in una chiesa. Nelle chiese a cui sono abituata ci sono il marmo, la pietra, il legno, gli affreschi, le vetrate colorate…Mai avevo visitato edifici religiosi ricoperti da piastrelle smaltate che, con il bianco dello sfondo e il celeste del disegno, donano luminosità e trasmettono un senso di purezza. Dopo la chiesa, un salto in Cattedrale dove ci siamo fatti mettere il timbro sulla credenziale. Non ci siamo soffermati a visitarla e adesso che sto scrivendo un po’ me ne dispiaccio, ma evidentemente non ne abbiamo avuto la tentazione perché era stracolma di turisti. Almeno per me, la presenza umana guasta un po’ l’atmosfera di sacralità e raccoglimento che rende le chiese dei luoghi fortemente attraenti. Il momento più emozionante è stato quando ci siamo recati nella zona della città che ieri ci ha accolti per prima, conquistandoci: la zona che è dominata dall’ardito ponte di ferro Dom Luís I, costruito da un ingegnere belga che aveva lavorato assieme al celebre Gustave Eiffel. Qui abbiamo camminato lungo la collina che costeggia il fiume Douro e su cui si inerpicano innumerevoli casette colorate che mi fanno venire in mente Genova.
Sono rimasta incantata da queste abitazioni che un tempo erano dei pescatori e che non hanno perso la loro autenticità di case semplici. Penso alle case di ringhiera milanesi e al quartiere di porta Genova, che da popolare è diventato radical chic e ha dei prezzi proibitivi. Le case di ringhiera ci sono ancora e sono ancora molto belle, ma la loro essenza è andata persa. A Porto puoi vedere i panni stesi fuori ad asciugare e immaginarti un arredamento semplice, a Milano molte case di ringhiera sono adesso locali di tendenza o abitazioni della ricca borghesia. Ultima emozione: il viaggio in funicolare che ci ha permesso di godere di una spettacolare vista panoramica di Porto, che spazia dal ponte di ferro fino alle banchine dove veniva caricato il vino che ha dato fama alla città in tutto il mondo.
A me è piaciuto moltissimo scattare foto stando seduta o rizzandomi in piedi, Daniele invece mi sa che non se l’è goduta tanto. Stava seduto fermo fermo sul seggiolino della cabina con un’espressione poco divertita e ho visto il suo volto illuminarsi solo una volta che siamo scesi a terra.
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