[28 giugno 2018 – giorno 0] Percorsi oggi: 0 Km
Penso che le città siano come le persone: all’inizio suscitano una certa soggezione perché sono creature ignote, ma basta un po’ di conoscenza per sentirle amiche
28 giugno 2018
Chiedo scusa se non utilizzo alcune lettere portoghesi tipo la cediglia, ma nella tastiera italiana del telefono credo non ci siano. Per lo meno io non so inserirle. Non mi ero sbagliata! Lisbona è esattamente come mi era parsa durante il mio giretto di ieri sera: viva, bizzarra, ricca di contrasti. È piuttosto uniforme, ovunque dominano i colori vivaci delle piastrelle che ricoprono le case e i murales e in qualsiasi zona sbucano, a tratti, delle fantastiche catapecchie.
I quartieri sono estremamente simili, ma non è un fattore negativo: la città è talmente bella che la ripetizione fa piacere! Dopo una bella salita e un po’ di scalini sono arrivata al castello de Sao Jorge, che domina la città su di un’altura.
Mi sarebbe piaciuto visitare l’interno e il parco, ma la lunga fila alla biglietteria mi ha scoraggiata. Così ho gironzolato sull’altura, tutto un saliscendi di stradine fiancheggiate da muri ricoperti da murales. Un luogo estremamente pittoresco anche se, porca miseria, rovinato dalla presenza fastidiosa di un sacco di turisti. Ah già, pure io sono una turista!
Dopo il castello sono andata alla ricerca della Cattedrale e, cammina cammina, mi sono imbattuta in Praca Dom Pedro IV e, successivamente, Praca do Cómercio, che mi ha lasciato a bocca aperta per la vastità e perché – non me lo aspettavo – dà sul mare. Trovo molto affascinanti le città con il mare “dentro”, forse perché il mare che ho sempre vissuto io è un’entità che apparteneva ai paesini, alle località turistiche. Il mare in una capitale…Questa poi!
Finalmente sono arrivata alla Cattedrale, un edificio austero ma illuminato, al suo interno, da una luce calda che ammorbidisce la severità del luogo e riscalda il cuore del fedele. Nel pomeriggio sono tornata al B&B per un’oretta e poi ho preso il bus per andare a visitare il Chiado, il quartiere che un tempo era frequentato da artisti e grandi intellettuali come Pessoa. Una delizia come il resto della città! Qui c’è anche la splendida chiesa della Madonna di Loreto, la chiesa italiana di Lisbona, dove alcune messe vengono tenute nella nostra lingua. Quando sono arrivata a Lisbona, ieri sera, ero un poco intimorita perché la città mi era del tutto estranea. Oggi, al termine del mio lungo giro, avevo acquisito senso dell’orientamento e la sentivo addirittura familiare. Penso che le città siano come le persone: all’inizio suscitano una certa soggezione perché sono creature ignote, ma basta un po’ di conoscenza per sentirle amiche.
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