[11 luglio 2018 – 13° giorno] Percorsi oggi: 32.4 Km, in totale: 297.4 Km
I sassi sono bellissimi. Mi colpiscono per la superficie perfettamente liscia, così gradevole da accarezzare, e per le sfumature di colore che rendono unico ogni esemplare. Sono simili fra di loro ma, su miliardi, non ce ne sono due uguali
11 luglio 2018
Sveglia alle 7 meno un quarto, ci prepariamo velocemente e alle 7:15 siamo nella sala ristorante dell’hotel per la colazione. Partiamo verso le 8:15. Ci avviamo per una stradina nei campi, il tempo è grigio e una pioggerellina finissima mi bagna le lenti degli occhiali. Non vedo quasi niente ma sento in modo distinto una melodia che proviene da lontano. Sembra un canto da chiesa. Mi sono svegliata relativamente da poco e mi sembra di essere ancora dentro un sogno. Avanziamo nella campagna e incontriamo i soliti accrocchi di case, infine ci muoviamo verso il basso ritrovandoci in un luogo ancora più onirico della campagna che risuonava di canti.
Davanti a noi si spalanca l’oceano, accompagnato per chilometri da una spiaggia di sassi levigati in cui pare che mai, prima di noi, qualcuno abbia poggiato il piede.

Camminiamo a fatica vicino all’acqua e io non riesco a distogliere lo sguardo da terra. I sassi sono bellissimi. Mi colpiscono per la superficie perfettamente liscia, così gradevole da accarezzare, e per le sfumature di colore che rendono unico ogni esemplare. Sono simili fra di loro ma, su miliardi, non ce ne sono due uguali. Vorrei portare via la spiaggia intera, infilarmela tutta nello zaino, ma mi accontento di tre piccoli sassi che custodirò gelosamente. Altri due li scaglio con forza nell’oceano, immaginando di gettare via le cose che mi appesantiscono la vita. Daniele fa lo stesso.



Abbandoniamo l’immensità oceanica e il suono fragoroso delle onde (anche questo un canto) per spostarci in un piccolo, e silenzioso, centro abitato composto da qualche casa di recente costruzione. In giro non c’è nessuno come sempre. Penso alle persone che vivono là, mi chiedo come trascorrano il loro tempo in questo isolamento. È una domanda che mi pongo da quando sono in Portogallo. Gli abitanti di queste case godono comunque di una straordinaria compagnia: quella dell’oceano. Dopo le abitazioni di nuovo campagna e ancora silenzio. Poi raggiungiamo un tratto con un bosco e un torrentello di acqua gorgogliante ed è subito alta montagna. L’ultimo tratto è (Daniele non prendermi per matta) in Africa. A parte il caldo, appunto, africano, il paesaggio mi richiama alla mente certi paesaggi del Madagascar con il “rio” che si insinua nella vegetazione come un serpentone.



Novelli Indiana Jones, anche noi dobbiamo guardare il fiume, ma non sappiamo come fare a causa degli zaini. Passano due ragazzi con la canoa e ci suggeriscono un percorso alternativo, che prevede di tornare indietro per alcuni chilometri. Ma poi aggiungono: “Aspettate, un’alternativa c’è!” Rinasce la speranza. “Potete attendere la bassa marea. È fra 5 ore” Secondo voi che cosa abbiamo scelto?
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