[10 luglio 2018 – 32° giorno] Percorsi oggi: 25.3 Km, in totale 1098.2 Km
Se ogni società umana sceglie quali storie o quale passato raccontarsi per definire i propri eroi e i valori di riferimento, qui tutto parla di pescatori, di uscite in un mare che può dare sussistenza e lavoro ma dal quale si può anche non fare più ritorno. Pescatori e naufraghi, qui sono gli eroi, i caduti in una battaglia per la sopravvivenza
10 luglio 2018
Sveglia alle 7.00 e colazione con la frutta avanzata di ieri, pane e cioccolato. C’è un gran fermento nel rifugio, tutti si preparano per iniziare la giornata di Cammino. Li guardiamo salpare uno ad uno finché non rimaniamo gli unici. Ci attardiamo un po’, Valeria mette i panni ancora umidi in asciugatrice. Lasciamo l’albergue che sono le 10.30. Vaghiamo per la cittadina cercando un caffè senza trovare un bar aperto, poi verso il litorale attraversando la città vecchia, tutta viottoli e stretti passaggi. Nel punto più alto del nucleo urbano incontriamo la cappella di Nostra Signora do Socorro, risalente al 1559, costruita da un ammiraglio moro diretto verso le Indie come adempimento di un voto. È rivolta verso la Mecca. Finalmente troviamo l’oceano e iniziamo a seguirlo. Direzione nord, non ci si può sbagliare.
Attraversiamo Póvoa de Varzim, abitato di discrete dimensioni, poi villaggi piccoli e grumi di case sparse di pescatori. Dune di sabbia, coperte da una bassa vegetazione tenace e spinosa, ci accompagnano insieme al silenzioso rumore del mare. Anche l’aria sa di mare. Il mare è ovunque. Occupa la vista, l’udito, l’olfatto e anche la pelle diventa umida e appiccicosa. In ogni cittadina, grande o piccola, non mancano monumenti, chiese e racconti dedicati al mare, ai naufraghi, ai pescatori.
Se ogni società umana sceglie quali storie o quale passato raccontarsi per definire i propri eroi e i valori di riferimento, qui tutto parla di pescatori, di uscite in un mare che può dare sussistenza e lavoro ma dal quale si può anche non fare più ritorno. Pescatori e naufraghi, qui sono gli eroi, i caduti in una battaglia per la sopravvivenza. Ora c’è turismo, ci sono alberghi, bar e ciclabili per passeggiare, mare significa vacanza. Fino a pochi decenni fa, la vita deve essere stata molto più dura da queste parti.
Anche oggi arriviamo a destinazione. Ci fermiamo ad Esposende che sono le 16.30. Alloggiamo in una pensione che è rimasta così dagli anni ’80. A Valeria piace tantissimo.
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