[9 luglio 2018 – 31° giorno] Percorsi oggi: 34.8 Km, in totale 1072.9 Km
Il paesaggio è completamente diverso da quello in cui abbiamo camminato per arrivare a Porto, sembra un altro mondo. È tutto nuovo, l’oceano, il legno sotto i piedi, i pescatori, la vegetazione, perfino il profumo dell’aria
9 luglio 2018
Sveglia alle 6.30, partenza alle 7.00. Lo zaino già pronto dalla sera prima.
Valeria percorrerà un tratto in metropolitana, fino a Matosinhos, quindi riposa ancora. Ci incontreremo là. La giornata è abbastanza nebbiosa, serve subito un caffè. Fortunatamente trovo molti bar aperti. Attraverso Porto, i quartieri esterni del centro prima, la periferia residenziale poi. Quindi un’area fatta di palazzoni ed uffici che mi ha ricordato i quartieri più esterni di Milano, tipo San Leonardo. Imbocco una strada molto ampia e lunghissima, Avenida da Boavista che mi conduce dritto all’oceano. Non lo vedevo da Lisbona.

L’uscita dalla grande città la si avverte non solo dal cambiamento del paesaggio urbano, cambia l’odore dell’aria. Qui regna un profumo di salsedine e di alghe e c’è molta più umidità. Mi sento le mani appiccicose. Mi dirigo verso Matosinhos attraversando una piccola area dove si lavora il pescato. L’odore è indimenticabile. Poi incontro Valeria puntualissima come sempre e insieme iniziamo a costeggiare l’oceano dirigendoci verso nord. Dapprima camminiamo su una strada bianca che passa accanto ad un poligono industriale molto esteso, poi su passerelle in legno costruite tra dune di sabbia e spiagge. Attraversiamo piccoli borghi di pescatori e qualche cittadina di mare. Il surf qui va per la maggiore ma non mancano scolaresche in gita sulla spiaggia e famiglie in vacanza.



Il paesaggio è completamente diverso da quello in cui abbiamo camminato per arrivare a Porto, sembra un altro mondo. È tutto nuovo, l’oceano, il legno sotto i piedi, i pescatori, la vegetazione (sulla quale prometto di approfondire le mie conoscenze), perfino il profumo dell’aria. Arriviamo a destinazione, Vila do Conde che ci accoglie con il suo maestoso monastero dedicato a Santa Clara e costruito nel 1318 da Dom Alfonso Sanches principe del Portogallo e signore di queste terre. Nel rifugio dove alloggiamo ri-incontriamo Henry (partito da Lisbona lo stesso mio giorno), un ragazzo inglese molto simpatico con cui condividiamo 500g di pasta al pomodoro e una bottiglia di vino. Ci intratteniamo in chiacchere tutta la sera. Fino a quando Morfeo non ci chiama.
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