[17 luglio 2018 – 39° giorno] Percorsi oggi: 10 Km, in totale 1286.9 Km
Narra la leggenda che Don Ero, facoltoso signore locale, decise di abbandonare tutto per ritirarsi a vita monastica
17 luglio 2018
La tappa di oggi prevede 10 km quindi ci svegliamo con calma, facciamo colazione e rimaniamo seduti al bar a farci scaldare dal sole. È il compleanno di Valeria. Alle 9.00 apre il parrucchiere di fianco alla pensione dove alloggiamo. Erano almeno 2 settimane che volevo tagliarmi i capelli. Ne approfitto subito. Spuntatina alla barba? Si, grazie. Alle 11.00 partiamo.

Sapevamo che sarebbe stata quasi tutta salita per raggiungere la cima del Monte Castrove. Camminiamo dapprima seguendo tornanti dai quali si può ammirare il mare e tutti i paesini che popolano i colli sulla costa. Poi ci addentriamo nei boschi seguendo un piccolo sentiero. Colpisce il verde intenso che risalta ancora di più nel contrasto con il cielo finalmente azzurro.

Arriviamo al Monasterio de Armenteira dove avremmo dovuto alloggiare. Sfortunatamente è chiuso perché sta avendo luogo un ritiro ecclesiastico. Troviamo posto per dormire nell’Albergue municipale che è tutto nuovo e non male. Il Monastero è un edificio imponente in stile gotico-romanico la cui prima pietra fu posta nel 1149. Narra la leggenda che Don Ero, facoltoso signore locale, decise di abbandonare tutto per ritirarsi a vita monastica. Fu il costruttore e il primo abate. In ognuna delle sue preghiere, chiedeva di poter trovare il Paradiso, qui sulla terra, prima di passare a miglior vita. Un giorno, passeggiando per la vallata, si sedette sotto un albero, in riva ad un torrente. Iniziò a meditare. Sentì, il canto di un uccello e gli parve la melodia più bella che avesse mai ascoltato. Entrò in uno stato di estasi. Tornò al monastero che, però, sembrava diverso. Le piante nel giardino erano diventate grossi alberi, i muri invecchiati. Lo accolsero i monaci che lui però non conosceva. Si presentò come Ero. I monaci gli mostrarono dei vecchi manoscritti dove si narrava la leggenda di San Ero, uomo nobile e devoto, sparito nei boschi 300 anni prima. E lo spirito scomparve. Quello che invece sicuramente rimane è la pace di questa vallata, il silenzio dei chiostri di pietra, il fiorire di una natura rigogliosa e vivace, il verde smeraldo dei boschi e il gorgogliare del torrente.

Tutto sarebbe perfetto se alle 22.00 circa non iniziasse la lezione di zumba, con musica al massimo, nella scuola adiacente al rifugio. A bailar!!
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