Tutto arriva in questa vita, anche la fine di una giornata di Cammino particolarmente faticosa. Basta distogliere la mente dal pensiero della meta e concentrarsi sul presente. Penso che il mio viaggio in Portogallo e Spagna sia solo l’inizio di altre avventure e un buon punto di partenza per un viaggio dentro me stessa
Il Cammino è stata un’esperienza molto bella, direi unica. Ho visitato luoghi affascinanti, ho conosciuto persone che spero non dimenticherò mai, ho superato paure e insicurezze. Prima di partire avevo diverse ansie che riguardavano quasi esclusivamente la mia fisicità: ce la farò a camminare tutti quei km? Sopporterò il peso dello zaino e il caldo e il sole? E se i piedi mi cuoceranno dentro le scarpe chiuse? Non ho avuto nessuno di questi problemi. Ho scoperto di avere un organismo forte, che gli zaini da trekking sono geniali e diventano subito un’estensione del tuo corpo, che il clima portoghese e spagnolo è molto più sopportabile rispetto al nostro, che le scarpe che Daniele mi ha comprato sono fra i suoi regali più azzeccati. Le uniche difficoltà – che mi piace vedere anche come opportunità – sono state di natura psicologica. Ho avuto tanto tempo per restare stare sola con me stessa, per pensare e scavarmi dentro. Sono venute fuori cose belle ma pure altre meno belle, certamente tutte utili per conoscermi più a fondo. Il Cammino mi piace definirlo come una “lunga seduta di psicoterapia”, dove io ero lo psicologo e allo stesso tempo il paziente.
Poi c’è stata la difficoltà della camerate. Abbiamo dormito in stanza con estranei ed è stato difficile perché per me la notte è un momento estremamente intimo. Ne ho parlato con Daniele, che si è mostrato molto comprensivo e alla fine siamo stati in camere condivise solo 4 volte (in quei casi non c’era modo di evitarle). Ringrazio questo disagio perché mi ha dato modo di fare uscire fuori la parte più amorevole di me stessa. Talvolta i propri disagi vanno accolti e rispettati, piuttosto che combattuti strenuamente forzandoci a fare cose che assolutamente non ci vanno giù. È un modo, secondo me, di volersi bene. Gli ultimi giorni è affiorata anche la noia, accompagnata alla smania di arrivare. Il Cammino può essere monotono, con km e km che si snodano in paesaggi sempre uguali. Ringrazio anche noia e smania, che mi hanno allenato pazienza e capacità di accettazione. Tutto arriva in questa vita, anche la fine di una giornata di Cammino particolarmente faticoso e una doccia corroborante: basta distogliere la mente dal pensiero della meta e concentrarsi sul presente. Sono un po’ malinconica in questi giorni e fingo di essere ancora in Cammino facendo lunghe passeggiate qui a Milano. Ho un rapporto un po’ difficile con il concetto di “fine”. Poi però penso che il mio viaggio in Portogallo e Spagna è solo l’inizio di altre avventure in giro per il mondo con Daniele, e un buon punto di partenza per un viaggio dentro me stessa. La malinconia resta, ma si accompagna al desiderio elettrizzante di esplorare il mio futuro.
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