Se si sbircia nello zaino del pellegrino saranno proprio gli oggetti, la loro scelta e la loro disposizione, a raccontare l’identità del loro proprietario, dando vita a una personalissima biografia
Se c’è una cosa in cui sono diventato esperto, dopo tutto il camminare fatto, questa è sicuramente l’arte di fare lo zaino.
No, non sto parlando de “L’Arte di Fare lo Zaino” libro di Andrea Mattei uscito a marzo 2018 (periodo giusto per chi si appresta a preparare un viaggio) e che purtroppo non ho ancora avuto occasione di leggere anche se mi interessa tantissimo e sicuramente presto lo farò.
La realtà è che lo zaino per partire per un lungo cammino io lo so fare ed anche bene, ho solo un problema, finisco sempre per portarmi dietro qualche oggetto bizzarro che a nessuno verrebbe in mente di portare con sé.
L’anno scorso ad esempio ho portato un contenitore e tutto il necessario per produrmi yogurt usando dei grani di Kefir…. Usato una volta, trasportato per il resto del viaggio fino al ritorno a Milano per poi essere eliminato nel lavandino.
In ogni caso, come dicevo, io lo zaino lo so fare e anche bene e questa foto lo dimostra:
Nel mio zaino ci sono però 3 oggetti abbastanza inutili che difficilmente troverete in altri zaini da pellegrino.
Uno di questi è visibile anche nella foto nell’angolo in altro a destra, una bustina con dei piccoli moschettoni con attaccato un adesivo che poi raffigura il logo di questo blog.
Avevo infatti pensato di omaggiare amici, colleghi e parenti con uno di questi cadeau, così per celebrare la partenza e per condividere con le persone care il viaggio. Purtroppo ne sono avanzati parecchi, quindi li porterò con me e li regalerò a chi capita lungo la via oppure li abbandonerò in qualche ostello così chi vuole se li prende.
Un altro oggetto che non troverete in nessun altro zaino è questo:
Partendo da Gibilterra e camminando per giorni fuori da qualsiasi Cammino tracciato, mi sono chiesto: “Ma chi me li fa i timbri sulla credenziale e come lascia traccia del fatto che il dato giorno io sia effettivamente passato di lì?” Così ho pensato di farmi un timbro ed usarlo per registrare sulla credenziale la mia posizione e la data in quei giorni in cui non avrei trovato nessuno disposto a timbrarmi la credenziale. Poi ho pensato che, probabilmente, un timbro in qualche bar, ufficio postale, sede comunale l’avrei trovato sempre ma ormai mi ero affezionato all’idea di avere un timbro e così l’ho prodotto e lo porterò con me. Ecco!
Il terzo oggetto che pochi portano con sé ma che io consiglio soprattutto a chi prevede di camminare nelle prime ore dell’alba, tipo alle 5.00 è questo che si vede qui sotto:
Premetto che io non amo iniziare a camminare alle 5.00 del mattino ma nemmeno alle 6.00 se devo essere sincero, alle 7.30 già se ne può parlare. Ad altri invece piace partire prestissimo.
Nonostante la mia difficoltà a partire presto, so che non sempre il Cammino si piega ai nostri desideri e preferenze e che a volte è necessario partire alle 5.00 del mattino soprattutto nelle torride giornate estive quando la temperatura, nelle ore calde, supera i 35°. Dopo una giornata campale passata a camminare sulle colline Senesi con una temperatura di 38° senza ombra, ora so che, quando fa così caldo bisogna partire prestissimo volenti o nolenti.
Alle 5.00 è ancora buio pesto…
e capita di dover uscire da una città, attraversare strade oppure camminare sul ciglio di una statale quando non si è sui sentieri, con macchine che passano più o meno veloci. L’oggetto che c’è in foto, che poi è un catarifrangente che si arrotola alla caviglia, mi fa sentire più sicuro quando inizio a camminare che è ancora buio. Nel mio zaino c’è ed, ovviamente, lo consiglio.
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